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  • Tag: cioccolato

    • Soufflé cioccolato e noci macadamia

      Posted at 11:53 am by cuocafarlocca
      Gen 10th

      cioccosouffle1

      Alla faccia delle agghiaccianti pubblicità che spuntano da ogni dove quando ci si piazza su internet ordinandoci di disintossicarci, correre e patire, noi ci mettiamo comodi e ci facciamo un bel dolce da leccarsi i baffoni. Tiè.

      Il soufflé al cioccolato è sempre stato uno dei miei dolci preferiti, non molto originale ma chi se ne importa. E’ semplice e veloce da preparare, fa una gran figura e piace sempre a tutti; e poi non so voi ma io gioisco come una marmocchia quando mi trovo davanti un dolce che si mangia caldo. Eh già, io sono freddolosissima e mangio tutto ustionante, e finire una cena con questo (ehm… ma anche mangiarne due COME cena) mi rende un pochino più felice.

      Con questa ricetta ottenete due porzioni abbastanza abbondanti, facilmente convertibili in 4 porzioni piccole. Per i patiti dei numeri, qui ho usato due tazze da tè medie (tipo adatto alla cottura in forno: controllate che sotto riporti la scritta “oven safe”) larghe 9 cm nella parte più ampia e alte 6,5 cm. In alternativa, questa dose va bene per 4 bicchierini da soufflé classici (circa 8 cm di diametro per 4 di altezza), misura piccina ma adatta al fine pasto se per pasto intendete una gran mangiata.

      INGREDIENTI

      2 uova grandi

      70 gr di cioccolato fondente di buona qualità

      30 gr di zucchero di canna chiaro

      1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia

      50 gr di noci macadamia tostate ( potete ometterle del tutto o sostituirle con nocciole tostate)

      • Accendete il forno a 180 gradi. Spezzettate i cioccolato (o tritatelo se è tenace) e scioglietelo a bagnomaria o nel microonde.
      • Tritate le noci o le nocciole.
      • Ungete i bicchierini o le tazze con poco burro o olio dal sapore neutro.
      • Dividete tuorli e albumi in due ciotole diverse. Montate gli albumi a neve.
      • Sbattete lo zucchero con i tuorli finchè duplicano di volume. Aggiungete la vaniglia.

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      • Unite il cioccolato fuso e le noci o nocciole tritate (meno un cucchiaio circa che servirà dopo) ai tuorli e mescolate bene.
      • Aggiungete due cucchiai di albume e mescolate energicamente tanto per rendere più liquido il composto. Unite il resto degli albumi e mescolate con molta delicatezza dal basso verso l’alto. Occhio, il cioccolato tende a tirare un po’ e a restare sul fondo della ciotola.
      • Dividete nei bicchierini o nelle tazze e infornate per 12-15 minuti in caso di contenitori piccoli 15-18 minuti nel caso di quelli più grandi (anche 20 a seconda del forno). Una volta che smettono di crescere (e crescono molto di più di quanto vedete in foto), sono opachi e crepati in superficie dovrebbero essere pronti – non lasciateli troppo o si asciugano tristemente, sono buoni se restano umidi all’interno.

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      • Sfornate, date una spolverata di zucchero a velo e decorate con la granella di noci. Servite subito, immediatamente!
      • NOTA: le noci macadamia le ho aggiunte giusto perchè sotto Natale le ho viste, comprate con entusiasmo senza poi sapere che farne. Se non le avete, non le trovate o non volete saperne di comprarle, vanno benissimo le nocciole come sostituto: in entrambi i  casi, tostatele prima (allargatele su una placca e mettete in in forno a 15 minuti a 180 gradi, mescolando spesso – fatele raffreddare bene prima di tritarle). Però sapete che vi dico? Belle e buone le varianti eh, ma a me il soufflé al cioccolato piace di più senza nulla, liscio e semplice. E a voi? Be’, provate in tutti e due i modi, l’inverno è lungo.

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      Posted in Al cucchiaio, Comfort Food, Dolci, Facili&Veloci | Tagged cacao, cioccolato, dessert, facile, fondente, macadamia, nocciole, noci, ricetta, ricette, senza farina, senza glutine, senza latte, soufflé, tortino, vaniglia
    • Bark

      Posted at 10:54 am by cuocafarlocca
      Dic 27th

      bark

      “Bark, bark” è il verso del cuoco pigro e/o convalescente. Insomma, alla fine non ce l’ho fatta a pubblicare qualcosa prima di Natale, le mie disavventure ospedaliere me l’hanno impedito. Come se non bastasse, da quando sono tornata a casa devo fare i conti con un violento mal di testa che mi si scatena all’improvviso, soprattutto se mi piazzo davanti al pc, perciò dedicarmi al blog mi è davvero difficile. A dire il vero, è questa la parte più antipatica: il dolcetto che vedete qui l’ho preparato e fotografato – seppur con fatica – prima di Natale, ma poi sono riuscita a scrivere il post. Che posso dirvi… è così che va e durerà ancora per un po’, ho ancora un altro round da superare e spero di non perdere tutti i lettori nel frattempo! Ah, e perdonate le foto un po’ così ma faccio quel che posso, ho ancora una zampa mezza fuori uso e trasportare piatti, tazzine, set e cavalletto mi risulta non facilissimo.

      Vabe’, veniamo al dolce. Cercavo qualcosa di buono, facile e rapidissimo da preparare (per ovvi motivi) e non ho dovuto cercare molto: sui blog americani impazzano questi lastroni di cioccolato guarnito chiamati bark, proprio quello che fa per me. Non si può chiamare nemmeno ricetta, ma a chi importa? Il risultato è qualcosa di goloso a sforzo zero, l’ideale per me e anche per voi: in fondo siete in vacanza o cosa?

      INGREDIENTI

      Non servono dosi precise, fate a occhio! Qui ho usato:

      200 gr di cioccolato fondente 70% cacao (ma usate quello al latte se preferite)

      120 gr di cioccolato bianco

      80 gr di noci pecan

      30 gr di cocco in chips

      70 gr di mirtilli rossi (cranberries) essiccati

      30 gr di zenzero candito

      un pizzico di fior di sale (più che facoltativo)

      vedi sotto per altre varianti

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      • Preparate a portata di mano tutto ciò che vi servirà per la guarnizione. Fate sciogliere i vari tipi di cioccolato separatamente a bagnomaria o nel microonde: questo è l’unico passaggio in cui dovete prestare un minimo di attenzione in modo da non rovinare il cioccolato col calore eccessivo o facendolo attaccare. Spezzettatelo o tagliatelo in pezzi piccoli e regolari (per quanto possibile), mescolate continuamente e scaldatelo il minimo necessario a farlo sciogliere.
      • Appena il cioccolato è sciolto, versatelo su un foglio di carta forno o una tovaglietta di silicone (meglio se leggermente unti con olio dal sapore neutro – io ho usato quello di cocco) e allargatelo con un coltello piatto o una spatola. E qui sbizzarritevi, separate i tipi di cioccolato oppure variegateli – io faccio sempre metà e metà. Se ve lo ricordate, tenetene da parte un paio di cucchiai per tipo, il perchè ve lo dico dopo.
      • Divertitevi a cospargere il cioccolato con ciò che volete, fate qualche ghirigoro sulla guarnizione col cioccolato rimasto e, se volete,  aggiungete il sale (che non manca mai nei veri bark ma se non lo amate fate finta di nulla – io lo metto solo su un angolino, un po’ mi piace ma poi mi stufo subito). Io ho variegato metà cioccolato fondente col bianco, lasciandone metà puro, e ho steso il cioccolato bianco da solo; poi ho usato noci pecan, cocco e cranberries (un po’ divisi, un po’ mischiati) col cioccolato fondente e cranberries e zenzero candito (divisi) con quello bianco.
      • Fate seccare (per fare prima a me è bastato piazzare il tutto davanti alla finestra aperta e l’arietta fresca ha velocizzato tutto), poi servite spezzettato un po’ come capita. Potete spezzettarlo voi ma credo sia più divertente offrirlo ancora sotto forma di monolite e lasciarlo distruggere agli ospiti.

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      Idee sugli abbinamenti che funzionano?

      Cioccolato fondente: noci di ogni tipo, nocciole, mandorle tostate, albicocche essiccate, cocco essiccato, scorzette d’arancia candite, ciliegie essiccate, mirtilli rossi, chicchi di caffè tritati, sesamo, peperoncino… a dire il vero è difficile trovare qualcosa che non funzioni!

      Cioccolato al latte: frutta a guscio a gogo! Nocciole, noci di macadamia, pistacchi, mandorle, pinoli…

      Cioccolato bianco: metteteci qualcosa di acidulo o di amaro e non resisterà nemmeno chi odia questo tipo di cioccolato – ve l’assicuro: perciò mirtilli rossi, amarene essiccate, albicocche disidratate, zenzero candito, chicchi di caffè tritato, gocce di cioccolato fondentissimo etc, etc.

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      E insomma: amici, caffè, chiacchiere e il cioccolato sparirà in un attimo. Per fortuna si riassembla altrettanto velocemente.

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      Non ce l’ho fatta per Natale, ma almeno BUON ANNO ve lo auguro, eh! Grazie a tutti e un bacio grande collettivo 😀

      Posted in Dolci, Facili&Veloci | Tagged bark, cioccolato, cioccolato bianco, cioccolato fondente, cocco, feste, mirtilli rossi, natale, noci, pecan, ricetta, ricetta facile, ricette, veloce
    • Tenerina ferrarese

      Posted at 10:39 am by cuocafarlocca
      Ott 16th

      tenerina1

      Non fatevi ingannare dal nome: non si riferisce a mancanza di carattere (tutt’altro) ma alla consistenza di questo dolce delizioso. E’ denso e tenero (nel senso che si sbriciola facilmente), simile ai brownies nell’aspetto ma, secondo  me, immensamente superiore per sapore, profumo e leggerezza. Come se non bastassero questi motivi per adorarlo, è anche il dolce tipico di Ferrara, città che mi ha ospitato per due anni e per cui provo una gran nostalgia. Mi consolo con un quadratino di questa, va’.

      Nota: la vera tenerina è senza farine di alcun genere; molti, però, aggiungono poca farina, fecola o amido di mais per rendere la consistenza più leggera e la torta più alta e maneggevole; io vi riporto quest’ultima variante ma, se volete, potete provare la versione originale e otterrete una dolce più basso, crepato in superficie, con una consistenza più densa, simile al mou. Buonissima in tutti e due i modi.

      INGREDIENTI

      200 gr di cioccolato fondente di qualità

      100 gr di burro

      80 gr di zucchero (100 se non vi piace l’amaro del fondente)

      2 uova, a temperatura ambiente

      2 cucchiai colmi di maizena (o farina)

      un cucchiaino di estratto naturale di vaniglia (o i semi di un baccello)

      zucchero a velo

      • Accendete il forno a 180 gradi. Foderate uno stampo quadrato (20×20, per intenderci: quello dell’ikea) con due fogli di carta forno incrociati (oppure imburrate lo stampo ma con la carta si estrae meglio la torta). Triturate grossolanamente il cioccolato.
      • Fate sciogliere il burro e il cioccolato separatamente e a bagnomaria (oppure nel microonde) e lasciate raffreddare un poco

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      • Dividete le uova (albumi e tuorli) in due ciotole separate. Montate gli albumi a neve ferma. Unite lo zucchero ai tuorli e frullate finchè il composto è bianco e spumoso.
      • Unite il burro fuso ai tuorli, mescolate, poi aggiungete la maizena poca alla volta passandola a setaccio (mescolate mentre aggiungete). Unite l’estratto di vaniglia, il cioccolato fuso e amalgamate bene.
      • Aggiungete due cucchiai di albumi montati e mescolate energicamente per ammorbidire l’impasto. Unite i rimanenti albumi e mescolate con molta delicatezza, dal basso verso l’alto
      • Versate nello stampo e infornate per 25-30 minuti: alla prova stecchino la torta deve rimanere umida nel centro perciò non va cotta troppo.

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      • Sfornate, aspettate 15 minuti circa, poi estraete la torta sollevando la carta e mettete a raffreddare sulla gratella. Quando è ben fredda, tagliate a quadretti, date la spolverata di zucchero a velo d’ordinanza e servite. Migliora dopo 1-2 giorni di riposo, ben avvolta con stagnola

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      Posted in Dolci, Facili&Veloci, Torte | Tagged cacao, cioccolato, dessert, dolce veloce, ferrara, intolleranze, ricetta, ricette, senza farina, senza glutine, tenerina, tenerina ferrarese, torta morbida, vaniglia
    • Torta Benvenisti

      Posted at 1:48 pm by cuocafarlocca
      Ott 11th

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      Quando ho deciso di aprire un blog l’ho fatto soprattutto per noia (più precisamente per non impazzire a causa della combinazione letale malattia + disoccupazione), senza un minimo di basi e senza la più pallida idea di come si facesse una foto – abbastanza per essere considerati incompetenti a vita, insomma. Eppure sapevo che uno spazietto per me c’era comunque, così come c’è un tipo cibo che sopravvive da secoli anche senza alta cucina, senza competenze specifiche e senza belle foto;  io conosco solo quel tipo di cucina, e l’ispirazione mi è arrivata da libri bellissimi e senza fronzoli come  Buon Appetito, Elia!, un ricettario unico per molti motivi.

      Anzitutto è unico perchè l’autrice è una scrittrice, Elena Loewenthal: è un vero piacere scorrere le pagine di questo piccolo gioiello di aneddoti e umorismo e, per quanto io possa cercare di spiegarvi quanto la lettura allieti e diverta,  non riuscirò mai a rendere il colore e il carattere di quest’opera. Su amazon non è più disponibile da tempo ma potreste trovarne ancora qualche copia in giro; in tal caso, sfogliatelo e soffermatevi su qualche passo: vi assicuro che non potrete fare a meno di portarvelo a casa, che vi piaccia cucinare o che lo detestiate.

      E’ anche (ehm no, è soprattutto) una raccolta di ricette ebraiche, spesso in più varianti (e per ovvi motivi), ricette di casa, piatti per le occasioni speciali (ma nulla di complicato o pretenzioso) e – soprattutto- cibo per tutti i giorni. Questo libro compie, con garbo e leggerezza, una vera operazione di filologia culinaria, svela origine e significato di piatti antichissimi, alcuni rimasti immutati, alcuni mutati in mille modi nel tempo e nei vari paesi in cui sono approdati: che l’aspetto religioso vi riguardi o meno, è comunque una lettura coinvolgente, un modo per ricordarci  delle nostre radici e della nostra comune origine.

      E’ un libro di sola sostanza e zero apparenza, senza nemmeno una foto. Incredibile al giorno d’oggi.

      E poi è un libro col mio nome, forse l’unica occasione che mai avrò di vederlo in copertina.

      Scherzi a parte,  il nome è quello del profeta, non il mio (accidenti!) ma mi rendo conto che l’argomento richiederà un post apposito e non è il caso di dilungarmi qui. Passiamo al dolce.

      E’ una torta antica ma asseconda esigenze moderne: senza latte e senza glutine, semplice da preparare e buonissima. E’ soffice e leggera, una torta coi fiocchi –  e a nessuno verrà in mente che sia “senza” qualcosa. La descrizione migliore è quella dell’autrice: ” […] si fa in un attimo ed è buona per Pasqua ma anche per qualunque altra occasione. Se poi non si presenta alcuna occasione, è buona lo stesso.”

      INGREDIENTI

      Per uno stampo da 22 cm di diametro (vedi fine ricetta per una nota sulle mie variazioni)

      300 gr di mandorle

      150 gr di zucchero (250 nella ricetta originale, per me troppi)

      150 gr di cioccolato fondente.

      6 uova

      1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia

      • Questo passaggio non c’è nel libro ma, per questo dolce,  io preferisco tostare leggermente le mandorle prima di tritarle: se volete fare come me, comprate le mandorle ancora da pelare, poi tuffatele in acqua bollente, lasciatele bollire un minuto, spellatele e asciugatele con un canovaccio pulito.  Rivestite placca da forno con carta antiaderente e tostate le mandorle nel forno a 160 gradi per 10-15  minuti circa, girandole spesso. Toglietele dal forno e lasciatele raffreddare del tutto, poi tritatele finemente.  Se trovate mandorle già pelate e tostate o farina di mandorle di buona qualità potete saltare qualche passaggio, ma in generale trovo che la farina di mandorle sia tremenda e che spesso abbia un sapore tendente al rancido. Le mandorle già pelate ma non tostate, poi, generalmente sanno di sapone e sembrano fatte di cera:  abbastanza per vincere la pigrizia e fare da soli  (e ci si può sempre mettere avanti il giorno prima, volendo)
      • Portate il forno a 180 gradi. Grattugiate il cioccolato – eh sì, una fatica, ma se avete un mixer con i dischi rotanti (detto così sa un po’ di Goldrake ma vabe’, avete capito cosa intendo) si fa in un attimo- altrimenti olio di gomito e via

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      • Dividete le uova (albumi da una parte e tuorli dall’altra) in due ciotole diverse, entrambe piuttosto capienti. Montate gli albumi a neve ferma e mettete da parte. Unite lo zucchero ai tuorli e date una frullata fino a renderli bianchi e spumosi.
      • Unite (nell’ordine) la vaniglia, le mandorle tritate e  il cioccolato a scaglie ai tuorli mescolando sempre tra le varie aggiunte. Aggiungete un paio di cucchiai di albume montato a questo composto e mescolate energicamente per ammorbidirlo un po’. Unite i rimanenti albumi e mescolate dal basso verso l’alto, questa volta con molta ma molta delicatezza

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      • Versate nello stampo (a fondo rimovibile rivestito di carta forno e unto ai bordi) e infornate per 45 minuti circa. Alla prova stecchino la torta dev’essere umida, con poco impasto attaccato allo stecchino (appiccicoso ma non liquido)

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      • Sfornate, fate riposare 20 minuti circa, poi sformate con estrema cautela e mettete a raffreddare sulla gratella. Mangiate solo quando è completamente fredda e, se potete, aspettate il giorno successivo: non fa che migliorare  (ma se non la mangiate subito abbiate cura di avvolgerla con stagnola o seccherà)

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      • Nota: la vera ricetta, che riprende una fonte più che autorevole (La cucina nella tradizione ebraica di Giuliana Ascoli Vitali-Norsa), indica di usare meno cioccolato poichè questo viene aggiunto solo a metà del composto, lasciando l’altra metà con mandorle soltanto per poi alternare  cucchiaiate chiare e scure al momento di versate l’impasto nello stampo; io ho preferito aumentare il cioccolato e ottenere una torta uniforme, ma se preferite una torta più autentica dimezzate il cioccolato e tornate all’originale.
      Posted in Colazione, Dolci, Libri, Torte, Uncategorized | Tagged benvenisti, buon appetito elia, cacao, cioccolato, cucina ebraica, dolce, Elena Loewenthal, mandorle, ricetta, ricette, senza glutine, senza latte, senza latticini, torta, tradizione
    • Mousse avocado e cioccolato (senza uova e latte)

      Posted at 10:37 am by cuocafarlocca
      Set 18th

      mousse_avocado1

      La storia dei miei acquisti compulsivi di avocado ormai la conoscete già, non mi ripeto. Questa volta li ho voluti provare in versione dolce, e l’ho fatto dopo moltissime esitazioni. Con l’età che avanza e la salute che mi abbandona, mi ha convinto l’idea di preparare un dolce sano e virtuoso; eh già, oltre che compratrice compulsiva di avocados sono anche leggermente bipolare per quel che riguarda l’alimentazione: dopo aver preparato dolci pieni di burro e panna, spesso mi dedico all’iper-salutare e faccio razzia di cibo bio e macrobiotico – tutto ciò non per senso di colpa, ma perchè sento il bisogno di provare davvero di tutto e, così come non ho pregiudizi verso il cibo considerato “cattivo”, nemmeno ne ho verso quello così buono da essere quasi Santo – come in questo caso.

      Veniamo al sapore: questa ricetta, con varianti più o meno ricche, si trova ormai su innumerevoli siti e blog di tutto il mondo,  accompagnata da assicurazioni su quanto sia buona e su quanto poco sappia di avocado : ooh, DUNQUE… buona lo è e, se dovete limitare i dolci per problemi di salute, può essere un piacevole cambiamento rispetto a certe merendine tristanzuole da farmacia; sul fatto che non sappia di avocado… mah, secondo me non è vero, io credo che un po’ si senta (anche se il sapore è molto attutito da qualcosa di forte e aromatico come il cacao). Diciamo che non la consiglio a chi odia gli avocado, ecco, poi provare di certo non vi ammazzerà (ehm vabe’,  salvo allergie all’avocado). A me è piaciuta: densa, cremosa e non troppo dolce – non male davvero.

      Alcuni ingredienti sono un po’ insoliti ma non sono poi così introvabili (li potete scovare in qualsiasi negozio di alimentazione bio e/o naturale); presto mi ci soffermerò di più e vi proporrò altre ricette per usarli in modo che non sprechiate nulla. Nel frattempo, potete informarvi sul gran bene che vi fa ogni singolo componente di questa mousse.

      INGREDIENTI

      Per 4 porzioni

      2 avocado piccoli (tipo bio) o 1 grande (tipo supermercato), ben maturi

      100 gr di cioccolato fondente (70% cacao)

      60 ml di sciroppo d’acero o 35-40 ml di succo d’agave

      1 cucchiaio colmo di cacao amaro in polvere

      2 cucchiai di olio vergine di cocco (in alternativa: pasta di nocciole o di pistacchi)

      1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia (facoltativo ma molto consigliato)

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      • Tagliate la cioccolata a tocchetti abbastanza regolari e mettetela in un pentolino dal fondo pesante. Aggiungete lo sciroppo d’acero o d’agave, l’olio di cocco e fate sciogliere a bagnomaria, mescolando continuamente. Se volete potete anche usare il microonde a media potenza (500W) ma ricordate di programmarlo per brevi cicli (1 minuto al massimo) e di mescolare tra uno e l’altro: con consistenze differenti come queste il cibo viene sputacchiato per tutto il forno se non si mescola spesso.
      • Dopo una decina di minuti, quando il cioccolato si è un po’ raffreddato, estraete la polpa dagli avocado e mettetela nel mixer o nel frullatore; date un primo giro per spappolare un po’ i frutti, poi aprite il mixer e aiutatevi con un cucchiaio o una spatola per rimescolare il tutto e ripulire i bordi. Ripetete questa operazione un paio di volte, aggiungete il cacao in polvere e frullate fino ad ottenere una specie di purè. Se rimane qualche pezzetto di avocado non preoccupatevi, rimedieremo dopo. Aggiungete il cioccolato fuso e frullate ancora fino a ottenere un composto abbastanza omogeneo.
      • Appoggiate un colino abbastanza grande su una ciotola larga. Versate la mousse nel colino aiutandovi con una spatola e fatela passare a setaccio schiacchiandola col dorso di un cucchiaio: è un’operazione molto noiosa ma in questo modo potrete ottenere una mousse perfettamente liscia; se, però, i pezzetti di avocado non vi danno noia o se il vostro super-frullatore li ha neutralizzati tutti, potete saltare questo passaggio.
      • Dividete la mousse nei bicchierini in cui volete servirla e mettete tutto in frigo per almeno 4 ore, coprendo ogni bicchiere con pellicola trasparente. Consumate entro 2 giorni al massimo.

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      • NOTA: ho messo il succo d’agave come alternativa in quantità minore perchè dolcifica molto di più dei normali zuccheri e sciroppi; nonostante ciò, ha un indice glicemico molto basso ed è adatto anche a chi non può consumare troppi zuccheri – detto ciò, se preparate il dolce per un diabetico, consultatevi sempre prima con lui e, se i problemi sono seri, lasciate perdere i miei sproloqui e consultate uno specialista per un parere più preciso.
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    • Torta monferrina di Pasqua

      Posted at 1:47 pm by cuocafarlocca
      Mar 30th

      castagna1.JPG

      E’ un po’ tardi per questa ricetta ma non è colpa mia… non sono in ritardo per Pasqua, è la Pasqua che quest’anno è arrivata troppo presto! Finalmente pubblico una ricetta che voglio condividere da anni, ma vuoi per un motivo, vuoi per l’altro, non l’ho mai fatto. Quest’anno ce l’ho fatta, anche se non sono riuscita a fotografare i passaggi (l’ho preparata la sera dopo cena ed era troppo  buio) – non temete, sono passaggi molto semplici.

      A molti sembrerà alquanto insolita come torta di Pasqua, ma vi assicuro che dove sono nata (nel Monferrato) è quanto di più tradizionale ci possa essere. Come per  tutte le ricette della tradizione, le varianti sono infinite e ogni famiglia ha la propria; questa è la ricetta di mia mamma e – non per dire- è la migliore che esista, meglio di ogni versione che abbia mai provato comprese quelle da ristorante o di pasticceria. Sto condividendo un vero tesoro, spero che apprezziate, mi è costato non poco separarmene… è una torta incredibile, densa, profumata, in cui ogni ingrediente bilancia l’altro e la cui consistenza è qualcosa a metà tra un castagnaccio (ma non così secco) e un budino (ma non così molle). E’ difficile da descrivere e, anche se alcuni ingredienti potrannno sembrarvi strambi, vi consiglio di provarla almeno una volta nella vita.

      INGREDIENTI

      500 gr di castagne bianche secche

      1 cucchiaino di sale

      120 gr di amaretti secchi

      3 uova

      2-3  tazze di caffè forte

      4 cucchiai di cacao amaro in polvere

      4 cucchiai di cacao dolce in polvere

      scorza di 1 limone non trattato

      scorza di 1 arancia non trattata

      3-4 cucchiai di China Martini (o liquore aromatico, per es. fernet)

      2-3 cucchiai di Cointreau (o altro liquore all’arancia, per es Grand Marnier)

      poco latte (non è detto che serva ma tenetelo lì)

      1-2 cucchiai extra di cacao amaro+2 cucchiai di zucchero per la copertura (facoltativo)

      • Sciacquate bene le castagne secche, mettete in una pentola molto capiente, coprite col doppio del volume di acqua, aggingete il sale (è importante, o le castagne saranno insapori e stucchevoli) e portate a ebollizione. Cuocete per un’ora e 1/4- un’ora e mezza circa senza mescolarle.
      • Quando le castagne sono ancora calde, passatele con un passaverdure o con uno schiacciapatate. Intanto, preparate il caffè, sbriciolate gli amaretti e ammollateli col caffè ancora caldo.
      • Accendete il forno a 160- 170 gradi (a seconda della sua aggressività in cottura). Prima che le castagne si raffreddino (se diventano fredde non si amalgamano col resto), mescolatele col caffè misto agli amaretti, i due tipi di cacao, la scorza dei due agrumi grattugiata e i liquori; a questo punto potete assaggiare se volete (tanto è tutto cotto) e se vi sembra troppo amaro aggiungete anche 3-4 cucchiai di zucchero – secondo la ricetta di mia mamma non serve e io vi consiglio di non aggiungerlo, trovo che le castagne e gli amaretti siano dolci a sufficienza – il sapore è più intenso e “adulto” senza zucchero extra –  ma questa è solo la mia opinione, sentitevi liberi di fare come più vi piace. Mescolate bene- è faticoso ma coraggio.
      • Sbattete leggermente le uova a parte e unitele al composto. Mescolate bene e, se l’impasto è troppo secco, ammorbiditelo con poco latte: la consistenza dovrà essere circa quella dell’impasto crudo dei brownies, denso, assolutamente non liquido ma morbido.
      • Versate in uno stampo (24 cm diametro) antiaderente, anche di silicone se volete. Mia mamma ne usa uno di acciaio e  fa caramellare un poco di zucchero sul fondo prima di versare l’impasto- io mi dimentico sempre di farlo ma davvero dà un tocco in più, provate se volete. Prima di infornare, formate una pappina con poco latte tiepido, un paio di cucchiai di cacao e un paio di cucchiai di zucchero (non importa che le dosi siano precise, fate a occhio) e spalmatelo sulla superficie.
      • Infornate per 35-50 minuti. Lo so, c’è una bella differenza tra 35 e 50 ma il tempo di cottura dipende da molti fattori (tipo di stampo, potenza del forno, tipo di castagne, quantità di caffè, grandezza delle uova, amaretti più o meno secchi…). Diciamo che è cotta quando inizia a creparsi in superficie e, se inserite un coltello a lama piatta in profondità, questo ne esce umido ma senza impasto attaccato. Cominciate presto a fare i test (non appena la superficie si secca),tanto non è una torta con lievito e potete provare quante volte volete senza timore nell’aprire il forno: il dolce non si deve seccare troppo o sarà una gran delusione e tenete conto che, vista la sua densità, continuerà a cuocere un poco anche dopo averlo sfornato.
      • Sfornate e lasciate raffreddare nello stampo. Quando la torta è fredda, copritela con pellicola e lasciatela almeno una notte in frigo. Appena uscita dal forno è opaca e poco attraente, ma dopo la notte di riposo… magia: sarà lucida e invitante.
      • Ultimo consiglio: il sapore migliora dopo 2-3 giorni, perciò resistete se potete. Conservate sempre in frigo.

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    • Pampapato ferrarese

      Posted at 1:25 pm by cuocafarlocca
      Dic 22nd

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      E mi raccomando pampApato, con la A, o non è quello vero! Questo dolce, nonostante assomigli a tante altre golosità natalizie di antica origine, nulla ha a che vedere col panpepato: o meglio, forse la base è quella tipica di tanti dolci rinascimentali (anche se meno speziata), ma questa  è la sua evoluzione settecentesca, come ben segnala la presenza del cacao. Il suo nome, però, non deriva dall’aggiunta di pepe ma dalla sua forma, quella di uno zuccotto (copricapo del Papa); nel settecento, infatti, La città di Ferrara era da tempo stata strappata agli Este ed era passata allo Stato Pontificio. Pare che le monache di clausura del Corpus Domini preparassero questa prelibatezza per i signori della città… hai capito, mica si trattavano male, eh! Il tempo è passato, ma questo dolce no; continua ad essere consumato a Natale e io non potevo non provare a prepararlo per tutta una serie di motivi. A parte che è che è particolare e buonissimo, ma poi mi ricorda Ferrara, città a cui sono molto legata per motivi sentimentali. Vedete questa foto?

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      A destra potete ammirare proprio il monastero del Corpus domini e a sinistra, in fondo in fondo, ci ho vissuto io per due anni, quando mi sono trasferita a Ferrara per stare più vicino al mio fidanSato (ora mio compagno). Vivevo in un luogo carico di storia, vicino alla casa di Savonarola e a quella di Alessandra Benucci Strozzi (la donna amata dall’Ariosto), a due passi da Palazzo Schifanoia, da Casa Romei, dalla palazzina di Marfisa D’Este e dalla casa di Giorgio Bassani… e la lista non finisce più. Come potrei non amare questo dolce e  ciò che mi ricorda?

       

      Bando alle ciance, ecco la ricetta (lo so che è tardi ma va bene anche per riciclare canditi e frutta secca dopo Natale)

      INGREDIENTI

      200 gr di farina 00

      150 gr di miele

      100 gr di mandorle

      100 gr di scorza d’arancia candita

      60-80 gr di cacao amaro di ottima qualità (Van Houten, Venchi, Lindt…)

      1 cucchiaino colmo di cannella macinata

      1/2 cucchiaino di noce moscata macinata

      1/2 cucchiaino di chiodi di garofano macinati

      1/2 cucchiaino di lievito per dolci

      acqua tiepida

      100 gr di cioccolato fondente (70%)

       

      • Accendete il forno a 160 gradi. Se le mandorle non sono pelate, immergetele per pochi secondi in acqua bollente, scolatele, pelatele a aciugatele. Tritate la scorza candita. Mischiate farina, cacao, lievito e spezie. Unite miele e mandorle,  mescolate bene (coraggio, sarà un po’ tenace), poi aggiungete quel poco di acqua che basta per amalgamare il tutto. L’impasto deve essere coeso ma non molle, attenzione!

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      • Versate su una placca rivestita con carta forno e formate una cupoletta un po’ schiacciata in cima. Vi consiglio di mettere un contenitore resitente al calore pieno d’acqua accanto al pampapato (io uso due bicchierini da  mini- soufflé), impedirà al dolce di seccarsi troppo. Infornate per 50-55 minuti circa, prestando molta attenzione a non far bruciare la superficie: potete coprire il dolce con stagnola dopo 35-40 minuti e, se il vostro forno è piuttosto “violento” nelle cotture, abbassate la temperatura a 150 gradi (anche 140 se necessario). Sfornate, mettete sulla gratella e lasciate raffreddare (ci vorrà mezza giornata almeno, conserva il calore in modo impressionante). Quando il dolce è freddo, fate fondere il cioccolato e spalmatelo prima sul fondo, poi sul resto del dolce e fate seccare.

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      Ben avvolto da stagnola si conserva due settimane. Bon Nadàl! :)))

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    • Torta di compleanno cioccolato, panna e amarene

      Posted at 11:03 am by cuocafarlocca
      Feb 12th

      DSC_0836 copy.JPG

      Eccoci qui: e ora non scappate alla papardella di circostanza. Due anni or sono aprivo questo blog, forse per noia da disoccupazione o per smania di comunicazione (senza molto da dire, ahimè): poco importava se non sapevo cucinare poi tanto bene, se nemmeno avevo una macchina fotografica, se a stento avevo fatto foto in vita mia, se di fotografare cibo non me ne era mai importato nulla e se in quel periodo avevo una mano fuori uso: appena mi è ronzata in testa questa idea del blog, ho dovuto obbedire alle vocine malefiche e farlo. Subito. Male, ma subito.

      Pensavo che l’avrebbero letto, giusto per pietà,  i miei tre o quattro amici storici, e forse qualche parente per criticarmi. Quando ho visto che i lettori crescevano, non potevo crederci. Certo, non posso vantare i numeri di certi blog famosi: ora sono arrivata intorno ai 7000 ospiti al mese, un numero esiguo nel modo dei foodblogger. Però ne sono molto felice, perchè ci sono arrivata senza sponsor, senza banner, senza pubblicità di alcun genere e perchè la metà di questi lettori, fedele e tenace, arriva al blog per accesso diretto, il che mi fa sospettare di essere nei “preferiti” di molti di voi. Detto ciò, non mi importa molto di paragonare i numeri, per me è un grande risultato, e vi ringrazio di cuore.

      Il blog mi ha portato una vita nuova, molte nuove opportunità e molte nuove amicizie. Ora posso dire che quelle vocine la sapevano lunga… Sono molto grata a chi mi ha seguito nonostante il mio sia un blog anomalo, disosordinato, disomogeneo. Non intendo scusarmi per questo, io sono così, vivo nel caos e sono la personificazione dell’incoerenza, perciò perchè il mio blog non dovrebbe rispecchiarmi? In questi due anni mi sono finalmente comprata una macchina fotografica e sto cercando di capire (piano piano, eh) come usarla, ma non rinnego i tempi in cui mettevo ricette fotografate così come capita e col cellulare, fanno parte del mio cammino e ne sono molto fiera.

      Per questo compleanno è da lì che sono partita, da una delle prime ricette, un dolce fatto in fretta e furia e fotografato altrettanto in fretta cinque minuti prima di regalarlo, la Old-Fashioned Chocolate Cake di Nigella: non vi parlo più del mio amore per questa donna, ormai sapete tutto, e sapete che sono molto affezionata a questa torta perchè rappresenta il tipo di cucina che mi piace: buona, semplice, pratica e senza fronzoli. Ormai la faccio a occhi chiusi e con le mani legate, e non c’era nulla di più adatto all’occasione

      DSC_0811.JPG

      Di questa torta, però, ho usato solo la base; per la decorazione e farcitura, mi sono lasciata ispirare da (ehmm forse sarebbe meglio dire che HO COPIATO) una ricetta che mi ha fatto sognare, la Torta Foresta Nera di Elena (iscrivetevi subito al suo canale su youtube e alla sua pagina facebook, non ve ne pentirete!), stupenda cuoca dal make-up più perfetto che ci sia e, soprattutto, mia cara amica.

      Gli INGREDIENTI della base  di Nigella (ma provate anche quella di Elena!) sono:

      200 gr di farina 00

      2 cucchiaini di lievito per dolci

      120 gr di zucchero (200 gr nella ricetta originale, troppi per me)

      175 gr di burro morbido

      40 gr di cacao amaro in polvere

      2 uova a temperatura ambiente

      150 gr di crème fraiche o panna acida o yogurt greco

      2 cucchiaini di estratto di vaniglia

      Per la farcitura:

      500 ml di panna fresca liquida

      50 gr di zucchero a velo

      120 gr di amarene sciroppate (frutti e sciroppo)

      scaglie di cioccolata fondente a piacere

       

      • Accendete il forno a 180 gradi. imburrate uno stampo da 20 cm a cerchio apribile. Se preferite – e se li avete- dividete l’impasto in due stampi, vi eviterà di tagliare la torta dopo.
      • Setacciate la farina e il lievito insieme, poi mettete tutti gli ingredienti nel mixer e azionate finchè si sono amalgamati
      • Versate nello stampo, livellate, infornate e in 40 minuti circa la base è fatta (prova stecchino dopo i 35 minuti). Se avete fatto due torte, basteranno 25 minuti (per i singoli passaggi guardate QUI)
      • Lasciate raffreddare la torta e, se ne avete fatta una sola, tagliatela in due o tre parti; montate la panna ben fredda unendo lo zucchero a velo a metà operazione.

      DSC_0818.JPG

      • Spennellate ogni strato di torta con lo sciroppo di amarena, spalmateci su un bel po’ di panna, spargete un po’ di amarene, di cioccolato e altro sciroppo sulla panna e procedete con lo strato successivo. Io ho tagliato a metà le amarene che ho messo sui ripiani inferiori e lasciato intere solo quelle in cima, o non mi sarebbero bastate. Le scaglie di cioccolato si ottengono “piallando” una tavoletta di cioccolato con un coltellaccio, semplicissimo.
      • Servite e preparatevi alla pioggia di “OOOoooOOOhhHH”

      DSC_0852 copy.JPG

      E questo è tutto, vi sono molto grata davvero e spero che continuiate a leggermi. Vi ricordo anche che il kuricettario ha una pagina su FACEBOOK  e che io sono una bimba felice ogni volta che vedo un iscritto in più: non temete, ogni pubblicazione di un nuovo post viene segnalata una volta e una soltanto, perciò non sarò troppo molesta se via andrà di iscrivervi.

      E scusate se mi ripeto, ma GRAZIE.

      Posted in Dolci, Party Animals, Torte | Tagged amarene, cacao, cioccolato, compleanno, foresta nera, nigella, panna, ricetta, ricette, torta
    • Linzer Torte

      Posted at 10:06 am by cuocafarlocca
      Dic 10th

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      Strano, ma dopo un anno e mezzo di blog ancora mancava la Linzer Torte… una mezza austriaca come me! Era imperdonabile, e questa stagione è il periodo migliore per mangiarsela, perciò eccola. Ormai tutti la conoscono, ma forse non molti sanno che è davvero antica, pensate un po’ che se ne hanno già tracce in alcuni ricettari del XVII secolo… elapeppa eh? D’altronde una volta provata chi la lascia più? Linzer nei secoli del secoli!

      Ah, piccola nota: io sono un disastro a fare le crostate (tra le altre cose) e l’incrocio sopra mi viene sempre tutto storto: oh, meglio di così non so fare, i perfettini possono andare su altre migliaia di blog in modo da trovare foto che non offendano i loro occhi sensibili. Se, invece, vi interessa qualcosa di BUONO… be’, restate qui e provate questa.

      Ah, e ancora una cosa: ne approfitto per chiedervi se vi piace questa nuova presentazione del procedimento… spero di sì, mi ero stufata di creare colonne di foto ma ci tengo a mostrarvi che faccio davvero tutto quel che pubblico, anche perché in questo modo chiunque può rifarlo. Sono abbastanza soddisfatta adesso e spero che lo siate anche voi. OK, ora bando alle ciance:

       

      INGREDIENTI

      300  gr di farina 00

      1 cucchiaino di lievito per dolci

      150 gr di burro freddo

      100 gr di nocciole + 30 gr per la decorazione

      120 gr di zucchero a velo

      2 cucchiai di zucchero semolato

      300 gr di marmellata di lamponi

      2 cucchiai di cacao amaro in polvere

      1 cucchiaino raso di cannella macinata

      scorza di 1/2 limone non trattato

      1 uovo

       

      • 1. Mettete nocciole e zucchero nel mixer e tritatele finemente.
      • 2. Versate farina e lievito nel mixer, mescolate un po’ con un cucchiaio, poi unite il burro freddo a pezzetti e azionate su “pulse” fino a quando avrete un composto simile a pane sbriciolato
      • 3. Unite l’uovo, lo zucchero a velo, la cannella, la scorza grattugiata e il cacao (che qui ho dimenticato ma ho rimediato dopo… sempre la solita sbadata)
      • 4. Azionate il mixer sulla funzione normale fino a quando il composto comincia ad aggregarsi a blocchi (sì, mi sono accorta che mancava il  cacao subito dopo aver fatto la foto, ma ormai avevo tolto tutto dal mixer, avevo le mani imburrate e ho lasciato perdere… per voi fa lo stesso, vero?)

      Picnik collage.jpg

      • 5. Rovesciate il contenuto del mixer sul piano di lavoro, date un’impastata veloce in modo da amalgamare bene tutto, poi avvolgete nel cellophane e mettete in frigo 2-3 ore
      • 6. Quando la pasta ha fatto il riposino in frigo, accendete il forno a 180 gradi. Stendete 2/3 della pasta tra 2 fogli di carta forno (circa 1 cm di spessore, 28 cm diamentro); usando il foglio inferiore, trasportate il disco di pasta in uno stampo da crostata (24 cm diametro) e fatelo accomodare lì, con foglio e tutto. Usando un po’ di pasta avanzata, raddoppiate lo spessore del bordo e premete bene per compattare tutto
      • 7. Bucherellate il fondo con una forchetta, poi spalmate la marmellata sulla torta (io la faccio passare con un colino perchè non sopporto i semi dei lamponi, fatelo se avete tempo). Tagliate delle strisce di pasta (che si romperà, ve lo dico, ma fate delle “giunte” e vedrete che non succede nulla) e incrociatele sulla torta. Infornatela per 45 minuti, spostandola sul ripiano inferiore gli ultimi 10 minuti
      • 8. Quando la torta è fredda, tritate i 30 gr di nocciole in modo grossolano; spennellate il bordo della torta con un po’ di marmellata (farà da colla) e cospargete di granella. Durante questa operazione copro la torta per non fare troppi disastri ma, come vedete, li faccio lo stesso.

      Picnik collage2.jpg

      E’ tutto. Ora servite a vostri fortunati ospiti.

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      … E, tanto per entrare in atmosfera, ecco il finale della sinfonia “Linz” di Mozart

      Buon ascolto!

      Posted in Dolci, Ricette di Viaggio, Torte | Tagged austria, cacao, cioccolato, crostata, dolci, lamponi, linzer, marmellata, natale, nocciole, ricetta, ricette, torta, torte
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